Cosa farebbe l'Amore adesso?

Questa domanda mi è sempre stata utile, di grande ispirazione. Nei momenti in cui non sapevo quale direzione prendere, mi chiedevo cosa avrebbe fatto l'Amore se fosse una persona. Già soltanto il pensiero che fosse possibile una strada percorsa dall'Amore, che fosse possibile in qualche modo incarnare questa frequenza, mi sentivo meglio, più forte e positiva: Qualcosa di vibrante scendeva in me e un silenzio amorevole mi rassicurava. Nel momento giusto, poi, emergeva una risposta eccezionale, perché in un modo misterioso la risposta a quella domanda era mia, era profondamente mia, la mia verità. Ci sono domande che ci riconnettono in un lampo al nostro Maestro Interiore e credo che questa sia una domanda speciale. Tuttavia la mente che vuole appropriarsi di tutto, ne può fare un dogma facendoci cascare nella solita trappola del Ricercatore. Mi sono infatti scoperta in passato nel tentativo di dare una risposta sensata, immaginata, supposta, e di aderire ad essa, utilizzandola per ispirarmi ad essere una "persona migliore", spesso forzandomi. Mi ero creata un'idea dell'Amore e quindi di come sarei dovuta diventare. Magnanima, veloce al perdono, aperta a comprendere, a dare nuove possibilità: non c'è stato nulla di male in me nel cercare di essere una brava persona, ma alla lunga una idea artefatta può costituire un pantano per l'Anima. Ho riscontrato questa tendenza ad imporsi di incarnare l'Amore in maniera razionale in molte delle persone che si sono rivolte a me per delle consulenze: erano sfinite da loro stesse a tal punto da non volerne più sapere di spiritualità, mentre erano colme di giudizio verso loro stesse e senso di colpa per non essere riuscite nell'impresa. Scommetto che molti dei miei lettori si alzano la mattina con il desiderio di superare i propri blocchi, di "aprire il cuore", di vivere nell'amore. E vorrei dirvi ciò che ho scoperto. A voler incarnare l'idea di Amore che abbiamo in testa, piuttosto che accedervi come Campo di Coscienza, stiamo facendo lo sforzo di creare la personalità perfetta, anziché riconoscere ciò che é già qui.
Le domande giuste talvolta sono più importanti delle risposte, poichè hanno la capacità di portarci direttamente in una dimensione in cui le risposte non servono: sono domande alchemiche, in esse viene sprigionato un Potere trasformativo.
La mente, che è preposta alla nostra salvaguardia ed opera a fin di bene tuttavia meccanicamente, ne fa subito una questione di sua competenza e parte con discorsi smielosi o filosofici: a nulla porta cercare risposte razionali, confondere l'Amore con il buon senso, confondere l'Amore con il comportarsi bene, confondere l'Amore con i sani principi, confondere l'Amore con i sentimenti. L'Amore é uno stato di Coscienza, é fatto di Vuoto, é lo sfondo su cui tutto scorre. Domandarsi cosa farebbe l'Amore é come smettere di guardare le immagini che appaiono su uno schermo e spostarsi finalmente nel punto di vista dello schermo stesso, il Campo entro cui tutto si manifesta... Non si tratta nemmeno di osservare lo schermo, sarebbe come guardare l'ennesima immagine, percepita davanti, esterna, scissa da sé. Questa è la trappola per eccellenza del Ricercatore Spirituale: va cercando un'altra cosa da guardare, più zen, più elevata, più omnicomprensiva, purché non includa lui stesso, purché risulti sempre al di fuori di se stesso, da raggiungere, da contemplare, per la quale argomentare e continuare a sfinirsi col lavoro interiore e col viaggio spirituale. Fa paura fondersi con l'Assoluto, 'conviene' (alla personalità) continuare a cercare in una perenne dicotomia fra giusto e sbagliato. Quindi attenzione, questa domanda sprigiona tutto il suo Potere Alchemico quando non si tenta di dare una risposta, ma le consentiamo di farci accedere spontaneamente all'Akasha, alle informazioni che sono utili in quel momento e che pertanto emergono da sole, qualche istante o giorno dopo, attraverso sensazioni, immagini, parole, intuizioni.
Cosa farebbe l'Amore adesso? Nulla, il più delle volte. Fluisce, ed una possibile azione emerge comunque dal Flusso. E quando molliamo ogni resistenza e desiderio di controllo, fluiamo con l'Amore, a volte si tratta solo di questo. E allora in questo 'stato', dove finiamo noi e inizia l'Amore? Come si fa a stabile un confine fra noi e l'Amore? Nel fluire, c'è dunque ancora un attore che fluisce o siamo il Flusso stesso?

Michela

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