Esercizio per menti iperattive ed emozioni forti
Quando siamo confusi, agitati, da una mente in perenne lavorazione e le emozioni ci invadono con prepotenza, abbiamo la tendenza a voler risolvere in due modi: ragionare, cercando soluzioni al nostro problema, aumentando così di fatto l’utilizzo della mente già sovraccarica; spegnere la mente, attraverso per esempio la meditazione, o la respirazione, ottenendo l’effetto contrario. Entrambe le vie in alcuni casi possono essere efficaci, per questo vi ricorriamo spesso. E’ accaduto ogni tanto infatti che ragionando su pro e contro si ritrovi un po’ di momentanea sicurezza, così come concentrarsi sul respiro può darci un attimo di calma, tuttavia il fenomeno si ripresenterà e ci ritroveremo in difficoltà. Avendo sofferto di attacchi di panico e di crisi d’ansia, ho sperimentato sulla mia pelle svariate tecniche senza, nel mio caso, trarne alcun successo. Perché? Perché come molti dei miei clienti oggi, allora facevo un grande errore: volevo che queste manifestazioni non ci fossero. Come, io?! Da dove vengono? Perchè? Quando se ne andranno?! Ci ho messo del tempo, finché ho ascoltato le parole sagge di alcuni ottimi insegnanti e professionisti e ho lasciato che queste forze lavorassero dentro di me.
E’ stato quando ho smesso di voler curare queste manifestazioni, quando ho smesso di volerle gestire per eliminarle, che ho trovato la mia via: arrendendomi a me stessa e alla saggezza che mi ha creata.
Così sto ‘diventando grande’, mano a mano che pratico quanto segue. Per maturare dunque nella relazione con la nostra mente e le nostre emozioni, dovremmo toglierci dallo stesso piano, dal piano di un ‘io’ che combatte o scende a compromessi con una cosa che ci abita chiamata ‘mente ed emozioni’. Porsi sullo stesso piano ci pone in conflitto con noi stessi, demonizza aspetti di noi tutt’altro che sconvenienti. Costruiamo demoni su parti di noi che invece vogliono solo essere ascoltate.
Come diceva il grande poeta Rumi,
la via di uscita è dentro.
E’ stando, è restando, con questi fenomeni che essi si placano. Si placano perché trovano posto. Lasciando che sia la nostra Coscienza a prendersene cura, scoprirete che nel non intervenire sui pensieri e sulle emozioni, una energia nuova emergerà e vi porterà spontaneamente verso la giusta azione, o non azione, che andrà a risolvere il ‘problema’ in corso. Mettiamo un attimo da parte l’analisi della causa di tanto rimuginio mentale e di certe emozioni che reputiamo sconvenienti: esse sono comunque parti di noi inespresse, perciò emergono prepotenti. Far emergere queste parti inespresse è il lavoro di resa e di fiducia che spetta a ognuno di noi. Come Counsellor accompagno le persone in questo tratto di cammino, ma l’intenzione è la chiave che solo ciascuno di noi può inserire nel proprio tamburo interiore.
Di seguito uno degli esercizi tratti dal mio racconto per giovani e adulti alchimisti TIAGO E IL GOBLIN. RICORDA CHI SEI.
<<Essere presenti è il nostro stato naturale, ma ce ne dimentichiamo, troppo occupati a dare retta a tutti i pensieri con i quali ci identifichiamo. Ci sono tanti modi per ricordarsi chi siamo. Qui ti propongo un semplice esercizio: sentire. Fermati a sentire le tue emozioni.
1. Poni questa domanda: dov'è questo pensiero nel mio corpo? Chiudi gli occhi e semplicemente respira, con il tuo sguardo interiore puoi scansionare ‘la zona’ dove si trova l’emozione più forte. A volte è nella pancia, alla bocca dello stomaco, in gola, o nel petto, oppure freme nelle gambe.
2. Stai: quando non hai fretta di scappare da questo momento, sei già a metà dell’opera. Resta con l’emozione mentre la percepisci nel corpo come fosse energia densa. Con il tuo sguardo interiore, quando non cerchi di intervenire per porre rimedio, noterai che essa si muove. Avverti la tensione dentro di te o qualche contrazione fisica, e permettiti di crollare, di liberare questa energia.
3. Man mano che resti in Presenza, le sensazioni aumentano di volume, si spostano nel corpo, generalmente sfumano. Non giudicare ciò che senti, non cercare di scacciarlo via, né di amarlo per forza, né di doverlo risolvere. Lascia che ci sia mentre tu ci sei: lo Spazio dentro al quale essa si manifesta sei tu.
Potrebbero emergere dei pensieri di sabotaggio. “Tanto è inutile, non ci riesco, non succede nulla, sono ancora bloccato qui, questa cosa non funziona, devo sbrigarmi o esploderò, non dovrei sentirmi così, devo fare qualcosa”. Anche questi pensieri possono essere accolti, dunque domandati: dove siete nel mio corpo? Puoi localizzarli e consentirgli di muoversi insieme agli altri pensieri. Va bene che essi sono qui.
La quiete ti raggiunge quando non opponi resistenza: da qui, da ciò che sei, hai maggiore lucidità per rispondere agli accadimenti e compiere azioni, se necessarie.>>*
Se questo esercizio fosse inizialmente insostenibile, potete utilizzare il consiglio del dott. Raffaele Morelli che spesso utilizza l’Immaginazione come via di guarigione. Lasciate che le emozioni prendano la forma di un animale, oppure di una donna o un uomo. Chiudendo gli occhi, consentite a questa immagine di stare con voi, respirate e restateci insieme, finché sentite che potete tornare a ciò che stavate facendo. Fare qualcosa di pratico e qualcosa che ci piace è un ottimo modo per tornare in equilibrio e attingere nuovamente all'energia vitale. Non dobbiamo stare in perenne osservazione, anzi dedicarci alle nostre passioni, immergerci quanto più possibile in ciò che amiamo, ci consente di raggiungere equilibri spontaneamente.
La chiave per l’efficacia di questi esercizi è nell'intenzione. Come anticipato nelle righe iniziali: non accingetevi a tali pratiche se l’intento è di scacciare via una energia che invece è sicuramente benevola, qualsiasi sia la forma con la quale si manifesta. Alla base deve rinascere la fiducia che quell'inquietudine ha una sua utilità che non conosceremo con la ragione.
Michela Ruffino
*Esercizio n.1, tratto dal racconto TIAGO E IL GOBLIN. RICORDA CHI SEI. di Michela Ruffino
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__tiago-e-il-goblin-ricorda-chi-sei.php?pn=6451
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Disclaimer. Michela Ruffino opera come Counsellor, professionista della relazione d’aiuto, ai sensi della L.4/2013. Il Counsellor non è psicologo, né psicoterapeuta, né medico generico, né medico psichiatra, pertanto i servizi offerti e i contenuti pubblicati non hanno finalità terapeutiche, di cura o di diagnosi riservate a tali figure professionali.