Qual è la tua Verità?

In quale grande confusione interiore possiamo incappare a furia di cercare, cercare, cercare, un po' di felicità. Qualcuno dice "ogni testa è tribunale". Dove andiamo ognuno ci propina la sua verità, che tanto ha funzionato per loro, ma guarda caso a noi no. Qualcuno è disonesto, altri no: ciò che funziona per altri per noi non é così, e questo perché ciascuno conserva la propria Verità ed é chiamato dalla Vita a scoprirla.

Il ricercatore che è in noi prende alla lettera i metodi che incontra.

《Non pensare negativo!》 Dice il maestro. E il ricercatore nasconde i suoi pensieri, rifiuta il suo intimo, le sue preoccupazioni, i suoi rifiuti, le sue repulsioni istintuali, e inizia a chiamarli oscurità.

《Realizza i tuoi desideri attraverso il pensiero》 dice il relatore. E il ricercatore crede di essere il Creatore Ultimo, cerca di controllare tutto, non riesce e perde fiducia, pensando di avere qualcosa di sbagliato visto che 'gli altri' (chi?) ci riescono..

《Lascia andare il desiderio, non desiderare e troverai il Sè, la liberazione》 dice l'altro maestro. Allora il ricercatore inibisce tutto, persino l'Ispirazione del proprio Cuore, additandola come 'egoica', e chiude i ponti con la propria creatività, impoverendosi e deprimendosi.

《Tutto è uno specchio e ti serve per migliorarti, non scappare dal tuo riflesso》 dice l'altro maestro ancora. E allora il ricercatore si applica a guardare, ad integrare, ma poi si odia perché proprio non vorrebbe restare, un'impulso alla sopravvivenza lo spinge verso altro e si sente incapace di amare ogni cosa perciò cade nella colpa.

《Noi siamo svegli e loro no, dobbiamo aiutarli》 dice quell'altro maestro. E allora il ricercatore si mette su un pulpito da dove ancor di più si fa stridente una sorta di separazione dall'altro perdendo familiari e costringendosi in nicchie di poche persone, spesso emotivamente instabili ma che si credono più illuminate...

《É tutta una illusione》 dice quello ridendo, e il ricercatore si allontana dal tatto, dalla sofferenza dei suoi cari, dalle sue responsabilità, persino da se stesso, da quel mondo interiore che ha bisogno di essere visto ed espresso e che prima o poi diromperà.

《Vai in stato Theta/ Visualizza il tubo di Luce/ La Mente é il demonio/ Non pensare, i pensieri sono inutili/ Questo é il tuo karma/ Questo é un entanglement col tuo bisnonno/ Dipende da un'altra vita in cui eri questo o quello, etc...》 e tanto ancora abbiamo udito, seguito, per un pezzetto di felicità, che sembra sempre più lontana mentre sembriamo sempre più folli.

Nessuno di questi consigli è di per sè sbagliato, ma dov'é la Verità? Non é nella Via, figuriamoci nel maestro, ma é in ciascuno di Noi. Ed é diversa per ciascuno di noi, smettiamola con la ricerca di verità assolute. Tutto ciò che abbiamo udito, appreso e sperimentato, ci è servito a rimetterci in contatto con parti di noi, ma sbagliamo a pretendere di dimorare nella verità altrui. Ci tremano le ginocchia ad una simile responsabilità, ma arriva il momento in cui nulla funziona e si accende la notte buia dell'Anima. Essa arriva quando è ora di fare la nostra personale sintesi e scoprire chi siamo, cosa vogliamo, in cosa crediamo veramente.

In una di queste notti esistenziali la Vita mi ha sussurrato: "Michela, qual é la tua fott*tissima Verità?". Ad una simile domanda è iniziata una nuova versione della mia vita in costante contatto con me stessa. Ho fatto resistenza, incredula che io potessi essere degna di darmi delle risposte. Allora la notte buia è tornata, e ho iniziato a dare spazio a questa domanda: io cosa sento essere vero per me?

La Verità sulla felicità, sulla Vita, su di noi, fluttua, è una danza, e ha a che fare col Presente, con questo momento, dove solo io, solo tu, solo ciascuno di noi sa cosa gli serve veramente per sentirsi in armonia con se stesso. È vero, sono utili anni di formazione, in giro fuori da noi stessi, ma il momento di diventare adulti indipendenti, che si prendono la responsabilità ed il rischio del proprio sentire e del proprio pensiero maturo, prima o poi arriva, se lo si vuole. Vivere la propria personalissima e unica Verità, consentendole di essere solo nostra, è un passaggio potente. Oltre il lutto di perdere l'illusione di una Verità assoluta e oltre la paura di prenderci la responsabilità di noi stessi, la libertà interiore ci attende, leggera, silenziosa.

Michela

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